E’ questo il titolo di un articolo scritto da David Chiaramonti (Politecnico di Torino e Consorzio di Ricerca RE-CORD) e pubblicato dalla rivista online RiEnergia lo scorso Dicembre 2019. Nell’articolo il prof. Chiaramonti, coordinatore del progetto BIO4A, offre una panoramica sulle misure e le opportunità esistenti in Europa nell’ambito della decarbonizzazione del settore dei trasporti. L’articolo fornisce dei dati sulla tipologia di filiere per la produzione di biocombustibili avanzati e dei cosiddetti Recycled Carbon Fuels (RCC) ed il loro grado di maturità (dalla ricerca all’impianto operativo a livello commerciale), indicando il potenziale di sviluppo dei biocarburanti, a seconda che si tratti di trasporto su strada, aereo o marittimo.

Il consorzio di progetto BIO4A sta operando proprio nell’ambito della filiera ‘basata sul trattamento catalitico con idrogeno di lipidi ed acidi grassi (HEFA)’ (cit.), attualmente la principale in termini di quantitativi di biocarburante prodotto nel settore dell’aviazione. Il vantaggio? Come riporta Chiaramonti ‘il kerosene avio così ottenuto risulta privo di composti aromatici, e come tale idoneo alla miscelazione sino al 50% con jet fuel di origine fossile’. Lo scopo è di ottenere 5,000 t di biocarburante HEFA e contribuire allo sviluppo della ricerca e del mercato in questo settore.

I biocarburanti hanno tutto il potenziale per contribuire ad avere trasporti più sostenibili, in modo del tutto complementare ad altre modalità, come l’elettrificazione in ambito stradale. Lo sviluppo del comparto, dall’accesso alle materie prime (consentite dalla legislazione Renewable Energy Directive – RED II, già in fase di revisione) – agli investimenti in tecnologie per la produzione del biocarburante finale, aggiunge Chiaramonti, è estremamente legato alla creazione di un quadro legislativo chiaro, con condizioni e criteri certi validi nel lungo periodo.

L’articolo è accessibile in versione integrale al seguente link